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Perché insegno italiano

Posted by Monica on November 13, 2013

Questa è una lettera indirizzata ai molti studenti che negli anni mi hanno chiesto: “perché hai scelto questo lavoro?”

La sola, unica, risposta che ho sempre dato è “mi piace aiutare chi mi chiede aiuto e amo stare a contatto con gli stranieri, incontrare persone di differenti culture e differenti generazioni.”

In questi anni ho incontrato persone meravigliose con le quali ho dialogato e “viaggiato” per il mondo: il mondo mi si presentava direttamente in classe, donandomi l’opportunità di penetrare,  attraverso voi studenti,  varie culture, differenti classi sociali e infinite sensibilità.  Viaggiando con voi ho vissuto in un mondo “dorato” in cui rispetto e stima mi hanno fatto credere nell’esistenza di qualcosa che qui non esiste più. Distratta dalla lingua e dalla cultura, dall’imperativo categorico di non urtare le sensibilità altrui, ho sempre utilizzato una lingua “politicamente corretta”, purtroppo, però,  non ho voluto vedere e forse ho troppo negato che l’Italia e gli italiani stavano cambiando, e la lingua insieme a loro.

Ho cercato di dare la responsabilità di questo sfacelo alla politica degli ultimi vent’anni che ha plasmato generazioni di ragazzi preoccupati solo di sé, di afferrare simboli vani, pronti a negare o aggredire l’esistenza di chi non era/è uguale a loro. Purtroppo, dare la colpa a qualcuno non può negare che questo sia accaduto e soprattutto non offre soluzioni.

L’Italia di oggi è molto differente da quella di quindici anni fa (quando io ho cominciato ad insegnare ai non italiani): la lingua, com’è giusto che sia, si è modificata; le persone nate in Italia hanno ridotto il loro vocabolario personale e l’abilità di usare connettivi (quindi hanno un periodare semplice che non prevede la profondità  e la volontà di discutere, confrontarsi e raggiungere verità); la lingua attuale è espressione di superficialità e disinteresse per gli altri.

Tutto questo per me è difficile da sopportare. Il mio “mondo dorato” naturalmente esiste ancora, ma questo è rappresentato dalle persone che hanno imparato una lingua precisa ed attenta nel rispetto continuo dell’altro: quelle che sanno ascoltare il senso delle parole e non solamente il suono.  Questo modo di vedere il vivere quotidiano come espressione di rispetto e stima umana è sempre stato il mio filo conduttore, nell’insegnamento e nella vita. Ora, però, forse è giunto il momento di provare a educare le nuove generazioni di italiani, quelle che potranno fermare i  loro fratelli maggiori, ma solo a condizione che si riapproprino, attraverso la lingua, di un vero senso etico di rispetto per la persona  e che non si nascondano dietro schemi mentali proposti da una indistinta massa che mostra loro specchietti per le allodole.

E’ vero, le culture cambiano, le generazioni sono sempre differenti l’una dall’altra, ma quando una civiltà giunge a non vedere più le differenze tra legale e illegale, rispetto e disprezzo, noncuranza e insolenza, forse è il momento, nel proprio piccolo, di fare qualcosa. Per questo, forse, uscirò dal mio “mondo dorato” e cercherò di restituire un po’ di dignità a questa lingua che sta atrofizzandosi insieme alla nostra civiltà. Questo è l’unico modo che vedo per aiutare i più “piccoli” a creare una nuova lingua, distanziandosi da quella di genitori e fratellastri maggiori.

Buon proseguimento a tutti, con l’augurio di una lingua nuovamente vissuta!

13 Responses to “Perché insegno italiano”

  1. jayfalco said

    I like your lesson on idiomatic expressions, however, in the quizes, how do I learn all the other words? You say it is for begginers but I don’t know what the sentances are saying. I wish I were that far ahead.

  2. Ho letto recentemente che gli stranieri parlano l’italiano più “correttamente” degli italiani perché gli stranieri imparano (per esempio) il congiuntivo, mentre gli italiani pensano che il congiuntivo sia “morto.” Peccato, perché l’italiano è una bella lingua.

    • Monica Corrias said

      Ciao David, in linea di massima hai proprio ragione ed è anche per questo che mi arrabbio con chi non vuole parlare correttamente l’italiano. Però devo dirti che sto cominciando ad ottenre qualche successo con i ragazzini che sto seguendo, anche se è dura. Proprio ieri, dopo un anno e qualche mese di continue e divertenti correzzioni, un ragazzino è riuscito a fare tre periodi ipotetici consecutivi :)))))) e in un’altra classe ho fatto una cosa simile con sei ragazzi che normalmente usano il dialetto.
      Insomma, speriamo di farcela!
      Buona giornata

      • Sono curioso, Monica – Qual’è l’errore grammaticale che ti fa più arrabbiare? Se io dovessi indovinare direi quello che (o forse ciò che?) riguardo al congiuntivo, ma una mia amica italiana mi ha detto che le non piace quando una persona cominicia una frase “Se io farei…” invece di “Se io facessi…”

      • Monica Corrias said

        Sai David, anche a me rattrista molto l’uso del condizionale dopo il se ipotetico, ma se ci fai caso è un errore dovuto all’incapacità di usare correttamente il Signor congiuntivo. Non sei d’accordo?
        Un’altra cosa che non sopporto è quando vengono usate le parole con un’accezione che non esiste 😦
        Ma dimmi, qual è l’errore che tu non ami?
        Buona serata

      • Non posso rispondere alla tua domanda, perché faccio ancora molti errori. 🙂 Allora, non mi lamento (non posso lamentarsi?) degli errori di un’altra persona.

  3. teachersandtranslators said

    Ciao Monica, purtroppo il condizionale e il congiuntivo rappresentano ancora dei “problemi” anche per l’italiano medio

    • Monica Corrias said

      Hai ragione, ma io ne ho bisogno e, come me, tanti italiani e stranieri. Questo è il motivo per cui lo insegno 🙂

  4. Bandini said

    Sono capitato qui per caso e la tua “lettera aperta” mi è piaciuta molto.

  5. Ciao Monica! Mi chiamo Jacqueline e insegno l’italiano negli Stati Uniti. Ho vissuto in Italia per tanti anni e ho studiato la lingua italiana all’universita’. Cerco di leggere e parlare l’italiano il piu’ possibile. Voglio sempre rimanere al corrente con la cultura, la lingua, l’arte, la cucina etc. etc. Mi piace molto il tuo blog e vorrei tanto vedere nuovi posti da te! Anch’io ho un blog dove parlo in inglese delle mie lezioni di cucina e di lingua italiana. Queste lezioni (si chiamano – Italian in the Kitchen) sono molto divertenti e trovo che i giovani imparano bene cosi’ ……in cucina! Adesso do delle lezioni privati agli adulti che si interessano nella lingua italiana per diversi motivi. Mi piace molto l’idea di fare sentire una canzone ai miei studenti e poi studiare il testo. Ho visto le canzoni che hai proposto qui, pero’ devo dire che per i miei studenti sono un po’ veloci. Potresti suggerire qualche altra canzone? Anche qualcosa di un’altra epoca. Tanti saluti e non vedo l’ora di sentirti! Jacqueline

    • Monica Corrias said

      Ciao Jacquueline, grazie della spinta! Cercherò di fare al piu presto un nuovo post con qualche idea nuova e naturalmente vedrò le lezioni di Italian in the Kitchen 🙂
      A presto!

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